La
merda piace.
A
qualcuno non risulterà allettante eppure non temo attendibili smentite.
Siamo
nella merda. E non penso alla crisi economica o, almeno, non solo a quello. Siamo
nella merda per molti motivi, a molti livelli, in molti modi. E, nonostante
lamenti e imprecazioni, dimostriamo che è una condizione che ci garba. La
riteniamo bella, la merda. Forse pure buona. Sicuramente affascinante.
Il
richiamo della merda sembra irresistibile. Il resto può attendere, andare a
quel paese, suicidarsi.
Il
gradimento, incredibile ma vero, è trasversale e acchiappa tutte le generazioni
viventi. Quanto meno in Italy. Ecco, abbiamo qualcosa che ci tieni uniti.
Il
bravo ragazzo innamorato non è macho abbastanza, è troppo sensibile e qualche
volta così serio e zelante da non farci volare le farfalle nello stomaco. La bella
ragazza intelligente è noiosa, magari non veste alla moda e non si fa neanche
le canne. Roba da non degnare di sguardi e pensieri.
L’onesta
povertà è un sacrificio insopportabile, tunnel da sfigati, sinonimo di
deficienza. La gratitudine, la lealtà, l’impegno sono fardelli per
rincoglioniti e via di questo passo.
Il
furbo è il vero vincente. Spregiudicato, menefreghista, arrivista.
Il
ricco poi fa andare in brodo di giuggiole. Non importa perché lo è. Se anche
si
è fatto i soldi contro ogni regola, sulla pelle di tutti o qualcuno, senza arte
né parte, quello che conta è che faccia una vita di lusso. Noi siamo ghiotti
del benessere di ferrari, gioielli, vacanze esclusive.
Non
consideriamo davvero un criminale chi evade il fisco, intasca tangenti, fa i
suoi porci comodi con la cosa pubblica. Se ne possiamo godere un pochino e non
ci mette alla fame, ci andiamo volentieri a cena, in discoteca o al cinema. Anzi
ci eccitiamo già all’idea di averlo come amico. Rifiuteremmo ovviamente l’occasione
se ci arrivasse dal vicino di casa tanto educato quanto squattrinato.
A
noi fanno ombra la cultura, il merito, l’integrità morale.
Abbiamo
la condanna sulla bocca per tutto e tutti ma la verità è che la merda in galera
non la metteremmo mai.
A
noi piace, la merda. Non il maglione in pura lana, tanto per dire, ma quello
con la griffe a vista. Non voglio dire che la griffe sia merda, intendiamoci, è
il nostro cervello in pappa a volerlo solo perché è merda, nel senso di figo o
in.
Noi
desideriamo la merda. Il talent show non lo sconosciuto del quartiere con l’ugola
d’oro o le mani che fanno inebriare una chitarra. Perché è nel talent che c’è
tv, visibilità, fama, sogno sfrenato di emulazione, isteria collettiva. Al talento
di quartiere neppure rivolgiamo un saluto.
Siamo
nella merda perché è tanto, troppo difficile, comunicare il disagio, i
sentimenti, le riflessioni, i problemi. Tutti vogliono solo vedere e sentire
merda.
Se
siamo nella merda e ci piace non vi è rimedio da trovare.
Al
più sono i quattro gatti che vivono contro corrente a dover cercare un senso,
una via, una ragione, una forza di sopravvivenza. Io mi attrezzo ogni giorno.
E
devo dirvi che è un’ebbrezza unica stare fuori dalla merda. Insomma meglio,
molto meglio, la merda delle ristrettezze, delle fatiche, dei drammi reali che
la merda circolante, accidenti.
D’altra
parte è impossibile liberarsi della merda, quella autentica. Ma almeno ci
possiamo liberare di quelli che se la mangiano h 24 tutti i giorni.
Sintesi:
a me la merda non piace.