A
me la storia che fortuna e sfortuna siano equamente distribuite non ha mai
persuaso. Non che sia affetta dalla sindrome di Calimero ma osservando vita e
esseri umani ho sempre visto i Gastone e i Paperino e non mi è parso che le due
condizioni fossero, per così dire, intercambiabili o a fasi alterne.
Eppure
il pensiero positivo mi suggeriva un atteggiamento più speranzoso o, almeno,
scanzonato. Chissà che a forza di dipingere le parete di bianco il nero
sbiadisca, insomma…In effetti, armata di scala, latta e pennello, mi sono
imbattuta in sensazioni ed emozioni belle, favorevoli e di buon auspicio. Fondamentalmente
si tratta di generi di conforto, beni più o meno durevoli, ad alto indice di
gradevolezza, di generosa potenza consolatoria. Talvolta decisamente ‘motivanti’.
Sono
incontri umani e culturali, spazi di beatitudine, flebo di adrenalina. Roba da
sballo. Che si presenta in mille forme e può essere consumata in abbondanza. In
amore, amicizia, arte, cultura. Più che le ali ai piedi mette sale e zucchero
ad allietare il palato. Perché a noi sfigati non è proprio precluso il
godimento per la bontà, il piacere, il sapere. Anzi. Abbiamo un sensore in più
per intercettare quello che ci fa stare bene, basta tenerlo acceso e allenarlo
alla presa rapida. Già, per la roba da sballo ci vogliono riflessi pronti.
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