martedì 27 maggio 2014

Anti-depression day

L’Italia, paradossalmente, è un Paese che non aiuta il morale. Pizza e mandolini un fico secco. Ci vorrebbero altro che le picconate per levarci dalla testa tutti gli schemi avvilenti e condizionanti che, se non paralizzano, avviliscono.
Regola numero 1: se non hai un NOME rasenti la condizione di inesistenza. Vero o non vero, questo è il pensiero, il retropensiero, il timore circolante.
Regola numero 2: se non sgomiti, se non urli, se non prendi a braccetto quello giusto, un NOME non l’avrai mai. Indiscutibile o discutibile, questa è l’impressione, la convinzione, la sensazione diffusa.
Regola numero 3: quando hai un NOME anche le cazzate vanno bene. Anzi benone. Successo assicurato. E qui, mi spiace, c’è poco da dubitare.
Vorrei aggiungere almeno la regola numero 4, tanto per dare una svolta alla depression incombente: gli inesistenti sono la maggioranza, se fanno un party – di quelli vivaci e goderecci – viene giù il Paese con tutti i NOMI. Basta essere vivaci e goderecci, in barba a tutto e tutti.

Perché la chiave è sempre la stessa: darsi per vincenti. Che i perdenti sono pesanti, noiosi, spaventevoli. Tutti i NON NOMI sono dunque invitati all’Anti-depression day. Divertimento, o meglio sballo, garantito.

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