venerdì 23 maggio 2014

Libidine

Libidine, doppia libidine, libidine…coi fiocchi.
Erano gli anni ’70 e ’80, con i Gatti di Vicolo Miracoli e i tormentoni di Jerry Calà. Oggi, anche Jerry Calà ammette che ci sono poche cose da libidine anche se lui fortunatamente sprizza entusiasmo da tutti i pori.
In realtà il guaio è che abbiamo bruciato un sacco di tappe e accumulato troppe cose. Facciamo fatica a stupirci, a godere, ad accontentarci. Tutto a portata di mano qualche volta equivale a niente che conti davvero. C’è da sentirsi vecchi a tirar fuori la storia dei traguardi sospirati, delle esperienze sudate, degli ‘sfizi’ conquistati eppure l’insoddisfazione e l’apatia sono spesso figlie proprio della saturazione.
La vita è una manciata di occasioni, di emozioni. Se le guardiamo dall’alto in basso quasi schifandole ci rimarrà ben poco di cui gioire, questo è il punto. Quando puoi permetterti vacanze, ristoranti, concerti, lussi cerchi frenesie nuove, alzi troppo l’asticella dei sogni, ti gonfi di smanie. Quando un pic nic con gli amici a quattro passi da casa è una bella occasione fai il pieno di energia e di eccitazione. Non è l’esaltazione della povertà, sia ben chiaro. Il dannato problema è il consumismo dei piaceri, delle curiosità, dei bisogni. Libidine potrebbe essere una serata divertente, un bel libro, un piccolo dono, un incontro fortunato. Se il livello delle aspettative si impenna è invece molto più difficile provarla.
E’ più o meno così che si perde il senso dei momenti, che si trascurano tante sfumature, che si scivola nella frustrazione.

Prova! Capito? Leggendoli con l’inconfondibile stile di Calà possiamo, ridendo, pensarci su seriamente. Che non è una contraddizione. Anzi. Non è mai troppo tardi per un bagno di autoironia e, diciamolo, di leggerezza.

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