venerdì 26 settembre 2014

Cultivate Culture

E’ proprio tutto perfetto. Tutto quello che rispetta e veicola la ‘cultura’, intendo. Anzi, uno spot accattivante è quanto di meglio si possa applaudire per salvare e rilanciare, per mettere il dito, accendere la luce, farci sentire il respiro. Il respiro di tutto ciò che è cultura. In musica o letteratura, nel cinema, nell’arte stessa della città. Che scrivere, leggere, ascoltare, vedere sono il più grande viaggio dello spirito.
Alimentare e alimentarsi. Perché questo è la cultura, nutrimento.
Per questo amare e difendere le sue forme è essenziale. Già, è un atto di vita. Desiderio e bisogno. Godimento e ricchezza.
Occorre bagnare e curare per raccogliere buoni frutti. Curiosità, buona volontà, fantasia. Siamo chiamati tutti, ora più che mai, ad aggrapparci con tutte le forze alla produzione e al consumo di cultura. Roba da sballo. Sballo vero. Lì, nella nostra identità, là, nei percorsi di conoscenza, forever.
Sostanza stupefacente. L’unica droga che ci può mettere al sicuro.

Ottima idea e grande regia, Marco Paracchini. Con la splendida performance di Stefania ‘Alteria’ Bianchi, of course.

giovedì 11 settembre 2014

Una storia da sballo

Ci sono i passerotti, che al tavolino del bar si accomodano per l’aperitivo e il pranzo. Ci sono i colombi, che provano la stessa avventura ma piacciono molto meno agli umani avventori. Ci sono i cani, fieri fedeli e bellissimi, che trovano la ciotola di acqua fresca nella sosta.
Ci sono quei cicli e quelle lezioni. Le immagini di dolcezza e di relazione. Qualcosa che la natura consegna, qualcosa che sperimentiamo con lo sguardo rapito. E poi c’è un lampo di emozione, quel brivido che senti quando improvvisamente, finalmente, intuisci quello che a lungo hai cercato di capire.
La vita la giochi in un frammento colto al volo, in un becco che punta la briciola, nella coda che parla, tra le leggi non scritte. Sfiorando con il pensiero i rami oltre la grande vetrata, là, nel meraviglioso parco che ha visto quelli prima di te e aspetta quelli dopo di te.
La vita la giochi quando smetti di smaniare e trovi il mondo. Pure se le zanzare ti ricordano che sei in quello spicchio di terra che loro abitano volentieri. Anche se il cielo non è sempre blu.
La vita la giochi nelle tue strade, che sono come tutte le strade ma conoscono i tuoi passi come tu conosci loro. Quando magari sogni d’essere altrove e loro ti fanno sentire il loro sogno.

Chissà poi quanti aironi, poco distanti, potrebbero raccontare questa storia. Una storia da sballo perché è stupefacente come tutto quello che ti regala la più grande sorpresa che tu potessi desiderare.

mercoledì 3 settembre 2014

Una absolut

E’ una absolut ghiacciata. Vodka. Buona. Al tavolino del solito bar. Che solito lo è davvero, nello scrigno dei luoghi che sono casa. Insieme alle facce e alle parole. Senza abitudine, che quella è un’altra cosa. E’ un comodo sofà, una noiosa pigrizia, un facile rifugio. Il solito del cuore è la tua identità. E’ tutto quello che è fuori dalle finzioni, quello che esprime niente altro che quello che sei.
E poi c’è la seconda. Una tira l’altra. A sciogliere le spalle prima della lingua, a liberare il sorriso, a far brillare il cielo senza stelle. Lucida, sempre. Che basta solo quel pizzico di euforia per rimetterti dritta, in pace, in faccia all’orizzonte. Anzi ci vuoi essere, intera.
D’altra parte è così. Ogni giorno nella scatola. Per ore fatte di troppi minuti. In mezzo al niente che si improvvisa tutto, tra mani che sembrano artigli, con le orecchie stanche di quei piedi che battono nervosi e veloci. Già, tu in quella miseria di realtà ti fai triste e ansiosa. Stringi i denti fino a sera, fino al tavolino del solito bar, con la absolut ghiacciata. Lì la vita ti accarezza come tu accarezzi lei.
Lo so, pensi che non è giusto. Hai ragione, non lo è. Non si dovrebbe aspettare il buio per respirare, non si vorrebbe credere che esistono mattine e pomeriggi inutili, non si potrebbe immaginare mondo più brutto. Ogni absolut è un passo per dimenticare, un passo per resistere, un passo per sognare.

Qualcosa di te sarà. Forse un po’ è già, in quella atmosfera, sotto il cielo nero rischiarato dalla tua brillante leggerezza. Roba da sballo è la tua testa. Roba da sballo è quella forza che si sta facendo largo, tra rigori assurdi, monotonie cieche, confini insopportabili. Bella, tu. Che pian piano rialzi la testa e cerchi la strada.

giovedì 28 agosto 2014

Scorciatoie da sballo

Andare dritti al punto. Sorridere al primo incontro. Porgere subito la mano. Sciogliere lingua e orecchie in ogni angolo del mondo. E, soprattutto, evitare le strade tortuose, il tragitto più lungo, l’artificio della strategia.
D’accordo, onore al merito alle tattiche di gioco e lavoro, talvolta indispensabili o almeno utili ad arrivare al traguardo. Ci stanno. C’è chi vince e chi perde e, tutto sommato, la bravura sta in tutte le mosse, di mani piedi e pensiero.
Ma nelle relazioni personali pollice verso agli schemi, alle arzigogolate elaborazioni, alle manovre. Evviva le scorciatoie da sballo. Leali, intense, immediate. Roba che avvicina mare e montagna, terra e cielo. Si sente sulla punta delle dita come marmellata da leccare, sulla pelle in festa per i brividi dell’emozione. E rilassa la mente. Oh come la distende. Neanche fosse adagiata su un lettino da spiaggia, morbidamente sedotta da un divano.
Il candore è un po’ euforia. Ecco qui.
Tutto un film di sentimenti, avventure, risate. Che a nessuno è dato evitare brutte evenienze ma a tutti è permesso non stare al largo dalle belle occasioni.

Ci vuole occhio. Si, ci vuole occhio. La scorciatoia è lì, devi individuarla e imboccarla. Spedito e a sguardo pieno.

mercoledì 20 agosto 2014

Do not disturb

Non rompere le palle dovrebbe essere dovere assoluto. Il limite naturale e invalicabile alla propria libertà, ovvero il rispetto degli altri.
Roba da sballo, non rompere le palle e non avere intorno chi le rompe.
E c’è un concetto enorme di responsabilità in questo diktat all’apparenza ironico e provocatorio. Umiltà, buon gusto, sensibilità, discrezione. Perché ci sono pace e saggezza solo là dove ciascuno impara a vivere senza annoiare, complicare, irritare la vita altrui. Perché c’è illuminata profondità dove garbo e intelligenza sanno frenare gli eccessi di arroganza, insofferenza, boria.
Poi, è chiaro, ciascuno paga in proprio il conto di ciò che scrive e condivide. E pure lo scotto di quello e quelli che perde strada facendo in ragione di ciò che scrive e condivide.

Più che di controllori e giudici avremmo bisogno di una misura capillare, unanime e salda insomma. Che così ognuno saprebbe governare le proprie idee, fare scelte, elaborare pensieri, esprimere pareri senza frantumare la pazienza e la tolleranza del mondo intero.

sabato 16 agosto 2014

Il tempo di vedere e godere

Roba da sballo, la semplicità.
Aria, acqua, terra, fuoco. Ci sarà un perché. E’ tutto lì, negli elementi della natura. In quella grande bellezza. In quella forza senza pari. In quella luce meravigliosa. Nel sudore, nella passione, nella nudità.
Se abbiamo qualcosa da rincorrere quella è la lentezza. Già. Quella che ci consente il tempo di vedere e godere. Quella che ci riconsegna all’essenza di tutto. Quella che ci abbraccia di verità.
I suoni e i profumi. Le parole e le carezze. Un paio di scarpe da ginnastica e un sorriso sulla faccia. Un saluto caldo, uno sguardo intercettato in un soffio, una mano nuova da stringere. L’alba, il tramonto, il bosco, il cortile di casa, il pane con la marmellata. Che se poi hai le bolle di sapone, la corda per saltare, un pezzo di orizzonte da ammirare hai la gioia in tasca. Quella dei saggi. Che non hanno mai la pretesa o il sogno della felicità ma sanno sempre amare il momento magico.

Io la trovo, la semplicità. Nelle mie speranze docili. Nelle mie euforie poetiche. Nelle mie fragilità buffe. E la tengo stretta. Preziosa, tanto preziosa. 

mercoledì 13 agosto 2014

L'attimo inebriante

Non dobbiamo restare senza fiato! Anzi, lo sballo è averne a sufficienza per godere pienamente l’attimo. L’attimo, quello inebriante.
Che il segreto delle cose belle sta nei nostri occhi pronti a vederle, non a scattare fotografie. Certo, l’immagine che resta nei ricordi è importante ma guai a ritrovarsi a gustare un album dove abbiamo incollato magnifici ritagli mai autenticamente vissuti.

E’ come tirare un sospiro di sollievo. Ci vogliono polmoni ben carichi per buttar fuori aria a volontà!